In pensione 5 anni prima con la rendita (ricca) che ti accompagna alla quiescenza

Da oggi puoi andare in pensione 5 anni prima del previsto ma con una cospicua rendita. Ecco tutto quello che devi sapere in merito.

L’età minima per andare in pensione nel nostro Paese si sa, è il raggiungimento del 67 esimo anno di età ed inoltre bisogna aver maturato almeno 20 anni di contributi. Anche se il sogno di molti sicuramente è quello di poter lasciare il lavoro molto tempo prima così da godersi la pensione ed il riposo in anticipo.

Puoi andare in pensione molto tempo prima: ecco come
Da oggi puoi goderti la pensione già 5 anni prima della data prestabilita: ecco tutto quello che devi sapere – arabonormannaunesco.it

Ma da oggi non sarà più un lontano miraggio lasciare il lavoro in anticipo rispetto alla data prevista. Finalmente puoi andare in pensione 5 anni prima ed in più avere una proficua rendita. Ma attenzione, non tutti possono beneficiarne. Se ti stai chiedendo  come questo sia possibile, sei nel posto giusto. Stiamo per svelarti il tutto nei minimi dettagli.

In pensione 5 anni prima: ecco come fare

I soggetti che stanno per compiere il 62 esimo anno di vita possono andare in pensione grazie ad una nuova misura. Ciò grazie ad uno dei tanti fondi previdenza complementare che consente ai suoi iscritti di richiedere la RITA, Rendita Integrativa temporanea anticipata. Tale misura è accessibile a cinque anni dalla pensione di vecchiaia e senza requisiti di età anagrafica.

Pensione anticipata: ecco come ottenerla
In pensione 5 anni prima con una proficua rendita: ecco come fare domanda – arabonormannaunesco.it

Questa “pensione anticipata”, consente di sfruttare il capitale accumulato presso un fondo pensione  per ottenere una rendita mensile di cui il lavoratore può godere fino al raggiungimento della pensione vera e propria. Dunque si ottiene una specie di pensione anticipata a 62 anni di età con 20 anni di contributivo.

Ma il requisito per beneficiarne richiede la cessazione dellattività lavorativa. Ciò comporta che il trattamento spetti solo agli iscritti titolari di redditi da lavoro. Per beneficiare dello stato di disoccupazione, basta non superare la soglia massima di reddito da lavoro prevista per l’anno 2023 a 8.174 euro per il lavoro subordinato o parasubordinato e di 5.500 euro per il lavoro autonomo. La RITA, ricordiamo, è anche cumulabile con Quota 100/103, Opzione Donna, APE Sociale e NASPI.

Vediamo adesso quali sono gli altri requisiti. Eccoveli qui di seguito: cessazione dell’attività lavorativa, massimo 5 anni dalla pensione di vecchiaia prevista dal regime previdenziale di appartenenza, almeno 20 anni di contributi e almeno 5 di versamenti al fondo complementare. Per i disoccupati da almeno 24 mesi e che manchino almeno 10 anni dalla maturazione della pensione di vecchiaia.

Per controllare il possesso del requisito dei 20 anni di anzianità contributiva, potete consultare l’estratto conto integrato rilasciato dall’INPS o dall’ente previdenziale di appartenenza. L’età anagrafica per la maturazione della pensione di vecchiaia è quella prevista nel momento in cui si presenta la domanda. Per quanto riguarda l’erogazione del trattamento, la rendita viene calcolata in base al montante accumulato richiesto.

Inoltre l’iscritto nel presentare la domanda deve specificare la quota del montante accumulato che vuole versare alla RITA. Se destinare l’intero capitale, oppure solo una percentuale. Il fondo di previdenza integrativa deciderà la periodicità del versamento, che però non potrà essere superiore a tre mesi. Per l’adesione, basta fare domanda presentando il modulo messo a disposizione da ciascun fondo. Presente in Poste Italiane, Intesa San Paolo, BCC, Credite Agricole e tanti atri istituti bancari.

Impostazioni privacy