Roma, 28 ottobre – Questa mattina, un gruppo di giovanissimi musicisti dell’associazione Sanitansamble di Napoli ha avuto l’occasione di assistere alle prove del direttore Antonio Pappano all’Auditorium Parco della Musica. L’appuntamento si inserisce in vista dei concerti del 30, 31 ottobre e 2 novembre, parte della stagione sinfonica di Santa Cecilia. L’incontro, organizzato insieme alla fondazione Altra Napoli EF, ha coinvolto due orchestre e un coro provenienti dal Rione Sanità e dal quartiere Forcella, accompagnati dal presidente Antonio Lucidi e da padre Antonio Loffredo.
Sanitansamble, la musica che nasce in strada
Nata nel 2008, l’associazione Sanitansamble si ispira al modello venezuelano di El Sistema con un obiettivo chiaro: portare la musica ai bambini e ai ragazzi che vivono in realtà difficili. “La musica è un modo per crescere insieme, per imparare a stare in gruppo e per sognare qualcosa di diverso”, ha raccontato padre Loffredo, anima del progetto e già parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità. La sua storia ha ispirato la fiction Rai “Noi del Rione Sanità”, ora in onda.
Oggi il progetto coinvolge oltre cento giovani tra i 6 e i 18 anni, molti dei quali crescono in famiglie segnate da povertà educativa e sociale. “Siamo partiti con pochi strumenti e tanta voglia di fare”, ha ricordato Antonio Lucidi, presidente dell’associazione. “Ora vediamo ragazzi che non solo suonano, ma si sostengono a vicenda, si sentono parte di qualcosa”.
Pappano incontra i giovani: domande, consigli e applausi
Le prove con il maestro Antonio Pappano sono iniziate poco dopo le 10.30 nella sala Santa Cecilia. I ragazzi, seduti nelle prime file, hanno seguito ogni gesto del direttore con grande attenzione, scambiandosi sguardi curiosi e prendendo appunti. Alla fine, Pappano si è avvicinato al gruppo per un breve e informale scambio. “Non abbiate paura di sbagliare”, ha detto ai giovani musicisti. “La musica è fatta anche di errori, ma soprattutto di passione”.
Ne è nata una chiacchierata vivace: domande sulle emozioni prima di un concerto, curiosità sulle prove con l’orchestra, qualche richiesta di consiglio per affrontare la paura del palcoscenico. Pappano ha risposto con semplicità, raccontando aneddoti personali e sottolineando l’importanza dello studio quotidiano. “Anche io da piccolo avevo paura”, ha confidato. “Solo provando ogni giorno si impara a superarla”.
La musica che unisce e fa crescere
Per chi ha promosso il progetto, Sanitansamble è una risposta concreta alle difficoltà educative che segnano alcune zone di Napoli. L’idea è usare la musica come strumento di inclusione sociale, dando ai giovani opportunità spesso assenti nei quartieri più fragili della città. “Non è solo imparare a suonare uno strumento”, ha spiegato Lucidi. “Qui si cresce insieme, si impara il rispetto per gli altri e per le regole”.
Il modello venezuelano di El Sistema, adottato da Sanitansamble, punta a creare orchestre giovanili come spazi di aggregazione e crescita personale. In quindici anni, l’associazione ha visto passare centinaia di ragazzi, alcuni dei quali hanno scelto la musica come professione o hanno continuato gli studi in conservatorio.
Un’esperienza che resta nel cuore
A fine mattinata, tra foto ricordo e qualche applauso spontaneo, i giovani musicisti hanno lasciato l’Auditorium con gli occhi pieni di entusiasmo. “È stato emozionante vedere da vicino come lavora un grande direttore”, ha detto Maria, 14 anni, violinista della seconda orchestra. “Sogno di tornare qui un giorno da musicista”.
L’iniziativa fa parte di una serie di attività promosse dalla fondazione Altra Napoli EF per sostenere il talento e la crescita dei giovani nei quartieri popolari. “La cultura può cambiare le cose”, ha concluso padre Loffredo, prima di salire sul pullman con i ragazzi. “Oggi lo abbiamo visto chiaramente nei loro occhi”.





