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Il ritorno trionfale dell’Arlecchino di Strehler: 78 anni di magia in Cina

L’immortale spettacolo “Arlecchino, servitore di due padroni”, con la regia di Giorgio Strehler, compie 78 anni e torna a calcare le scene con un tour che celebra la sua storicità e il suo impatto culturale. Questo capolavoro del teatro italiano, che ha segnato l’inizio dell’avventura del Piccolo Teatro di Milano nel 1947, sarà in scena al Piccolo dal 23 ottobre al 2 novembre e, in un evento di grande prestigio, sarà presentato anche in Cina dal 17 al 19 ottobre nell’ambito del festival internazionale di teatro di Beijing.

Il viaggio di Arlecchino in Cina non è una novità: la prima tournée risale al 2002 al Century Theatre di Pechino. Da allora, lo spettacolo ha continuato a rappresentare un ponte culturale tra Italia e Cina, tornando nel 2008 per inaugurare il nuovo National Centre for the Performing Arts di Pechino e nel 2010 a Shanghai. Questo spettacolo è stato esportato in una cinquantina di paesi, diventando una sorta di “esperanto teatrale”, come ha sottolineato Claudio Longhi, il direttore artistico del Piccolo, durante la presentazione del nuovo tour. Arlecchino, con la sua storia universale e il suo messaggio di umanità, riesce a comunicare emozioni e significati in ogni latitudine.

Arlecchino come metafora universale

Stefano De Luca, che ha curato la ripresa della messa in scena, ha descritto Arlecchino come una metafora vivente. La figura del servitore, con le sue disavventure e le sue speranze, si intreccia con la Storia, rappresentando le sfide quotidiane e le aspirazioni di tutti gli uomini. La sua storia, ricca di comicità e drammaticità, riesce ad avvicinare il pubblico a temi universali come:

  1. Amore
  2. Fedeltà
  3. Ricerca della propria identità

Un teatro inclusivo

Il Piccolo Teatro di Milano, consapevole della sua importanza storica e culturale, si sta anche preparando ad essere sempre più inclusivo. Il direttore generale Lanfranco Li Cauli ha annunciato l’ampliamento del programma di sovratitolazione in inglese, che sarà disponibile nei fine settimana per tutti gli spettacoli prodotti o coprodotti dal teatro. Questa iniziativa non solo mira a coinvolgere i “milanesi internazionali” — studenti, professionisti e lavoratori stranieri che vivono in città — ma anche i turisti che visitano Milano. Inoltre, grazie a un’app di traduzione simultanea in inglese, anche gli incontri e le conferenze stampa saranno accessibili a un pubblico più ampio, a partire dalla conferenza di presentazione di Arlecchino.

Celebrazione e futuro del teatro

La storicità di “Arlecchino, servitore di due padroni” è evidente anche nel fatto che nel corso degli anni si sono succeduti diversi interpreti nel ruolo del protagonista. Uno dei più celebri è Ferruccio Soleri, la cui interpretazione ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Oggi, i ruoli di Arlecchino e Brighella sono affidati a due talentuosi attori, Enrico Bonavera e Andrea Copponi, che portano avanti la tradizione del Piccolo Teatro, contribuendo a scrivere il futuro del teatro italiano.

In occasione della prima milanese di Arlecchino, il 23 ottobre, verrà inaugurata anche un’installazione luminosa di Angelo Bonello nel chiostro Vinchi del Piccolo. L’artista ha descritto l’opera come un “novello Atlante” che sostiene il mondo, cercando un equilibrio tra il bene e il male. Questa installazione, realizzata in collaborazione con la fondazione Banco dell’Energia e A2A, rappresenta un ulteriore legame tra arte e impegno sociale. Roberto Tasca, presidente della fondazione e di A2A, ha confermato che questa collaborazione proseguirà in vista del 2027, anno in cui il Piccolo Teatro festeggerà i suoi 80 anni.

Il ritorno di Arlecchino in Cina e la sua prossima rappresentazione a Milano sono eventi che non solo celebrano il patrimonio culturale italiano, ma pongono anche l’accento sull’importanza del teatro come mezzo di comunicazione e di dialogo tra culture diverse. Con la sua capacità di far ridere e riflettere, Arlecchino continua a rappresentare un simbolo di speranza e resilienza, portando avanti un messaggio di unità e comprensione in un mondo sempre più diviso.

In un’epoca di incertezze e cambiamenti rapidi, il teatro di Strehler si dimostra ancora una volta un faro di verità e bellezza, un luogo dove le storie di Arlecchino possono risuonare con forza e rilevanza. La magia di questo spettacolo, quindi, non è solo nel suo passato, ma anche nel suo presente e nel futuro che continua a costruire.

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