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Il Munda torna a casa dopo 16 anni: inaugurata la nuova sede al Castello dell’Aquila

Milano, 20 dicembre 2025 – Questa mattina in via Montebello, nel cuore pulsante di Milano, è stata presentata la nuova sede del gruppo Banca Intesa Sanpaolo. Alla cerimonia hanno preso parte l’amministratore delegato Carlo Messina, diverse autorità cittadine e la stampa specializzata. L’inaugurazione, attesa da mesi e sotto i riflettori, segna un passaggio fondamentale per il rinnovamento del polo bancario milanese. Non si tratta solo di un cambio di sede – il nuovo edificio ospiterà a regime oltre 800 dipendenti – ma di una scelta architettonica che punta sulla sostenibilità e su spazi pensati per essere flessibili. L’evento si è svolto alle 10:30, in una mattinata fredda ma limpida.

Un progetto che guarda al futuro

Il nuovo quartier generale di Intesa Sanpaolo, firmato dallo studio internazionale Herzog & de Meuron, si sviluppa su sette piani. Ampie vetrate si affacciano sui cortili interni e su uno skyline sempre in movimento. “Volevamo un luogo dove la banca potesse dialogare con la città”, ha spiegato Carlo Messina, mentre mostrava la hall principale: soffitti alti, pareti in legno chiaro, aree relax e sale riunioni che si adattano alle esigenze. Nulla è stato lasciato al caso: nei corridoi compaiono citazioni di imprenditori e filantropi milanesi, un omaggio alla storia economica locale. In fondo all’atrio c’è una caffetteria già piena di dipendenti durante la pausa.

Il progetto è stato finanziato interamente dal gruppo bancario; secondo fonti interne il budget ha superato i 120 milioni di euro. Ma questo non è solo un investimento edilizio: vuole essere un segnale di fiducia per il centro città. “Milano cambia in fretta e noi crediamo sia giusto continuare a puntare sul territorio”, ha detto Messina. L’obiettivo è tagliare del 40% i consumi energetici rispetto alla vecchia sede, grazie a impianti all’avanguardia.

Spazi flessibili e apertura al quartiere

Sul piano pratico, la nuova sede promette un ambiente più aperto e inclusivo, con spazi dedicati al co-working, laboratori digitali e persino una piccola biblioteca aperta al pubblico nei fine settimana. “Vorremmo che questo edificio fosse vissuto non solo dai nostri dipendenti ma anche dagli studenti, dai residenti della zona e dagli artigiani”, ha raccontato Andrea Ricciardi, responsabile delle relazioni istituzionali. Un segnale importante se si pensa che in molti quartieri centrali di Milano gli edifici delle grandi banche sono spesso percepiti come chiusi.

Dalla terrazza dell’ultimo piano si vede il Duomo ma anche le gru dei cantieri attivi a Porta Nuova e CityLife. Gli spazi comuni, così come l’auditorium da 200 posti già prenotato per incontri pubblici, sono pensati proprio per rafforzare il legame con la città. Eppure non mancano le sfide: “Gestire una struttura così grande in mezzo alla città richiede attenzione continua”, ammette un funzionario comunale presente all’inaugurazione.

Reazioni del territorio e prospettive occupazionali

Le prime reazioni sono arrivate poche ore dopo l’inaugurazione. Il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ha espresso soddisfazione: “Questa scelta va nella direzione giusta: quella della Milano metropolitana che investe in innovazione e servizi”. Sulla stessa linea anche l’assessora comunale allo sviluppo economico, Roberta Guaineri: “Iniziative come questa portano benefici anche alle imprese dell’indotto”.

Dal punto di vista del lavoro, la banca prevede di aumentare il personale nei prossimi due anni. “Stiamo già preparando nuovi percorsi di formazione interna”, ha aggiunto Ricciardi. Tra le novità annunciate c’è anche un accordo con il Politecnico di Milano per tirocini rivolti agli studenti di ingegneria gestionale.

Sostenibilità e innovazione tecnologica

Ampio spazio infine a sostenibilità ambientale e innovazione digitale. L’edificio è dotato di sistemi automatici per luci e climatizzazione, oltre a colonnine per la ricarica delle auto elettriche aziendali. Nelle sale riunioni ci sono monitor touch screen e pareti mobili che permettono di sfruttare gli spazi al meglio. “Qui si vede una banca che guarda avanti”, commenta un dipendente al termine della visita guidata, “ma senza dimenticare le sue radici”.

La presentazione si è chiusa verso mezzogiorno con una breve visita ai piani superiori riservata alle autorità presenti. Negli ultimi mesi sono stati necessari turni notturni per rispettare le scadenze annunciate a giugno scorso. Solo allora – tra corridoi ancora profumati d’intonaco fresco – qualcuno ha sussurrato pensando alla vecchia sede in via Verdi: “Era un altro mondo… ma forse era giusto così”.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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