Palermo, 9 dicembre 2025 – Questa mattina a Palazzo d’Orléans, il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha presentato un progetto che punta a introdurre un sistema nuovo per la scelta dei candidati alle nomine regionali. L’appuntamento, fissato alle 11 nella Sala Alessi, ha raccolto assessori, funzionari e diversi giornalisti locali. L’obiettivo, come spiegato dallo stesso Schifani, è «trovare i profili migliori in modo trasparente e dare spazio al merito». La proposta arriva in un momento delicato, segnato da tensioni interne e da alcune nomine controverse degli ultimi mesi.
Il nuovo sistema: cosa cambia davvero
Il presidente ha illustrato l’idea di puntare su procedure selettive strutturate, con criteri chiari e una piattaforma digitale dedicata. L’obiettivo è limitare le pressioni politiche e le “scelte fatte al buio”. Chi vorrà ottenere incarichi in società partecipate, enti regionali o organismi di controllo dovrà registrarsi online. Sarà necessario allegare titoli, esperienze e una lettera motivazionale.
«Non basterà più una semplice segnalazione. Ogni passaggio dovrà essere tracciabile e trasparente», ha sottolineato Schifani. La valutazione dei curriculum sarà affidata a un comitato indipendente. La graduatoria resterà pubblica per dieci giorni prima delle decisioni finali, così da permettere eventuali osservazioni o ricorsi. Un dettaglio che ha già fatto discutere: «È una svolta che aspettavamo», ha detto a margine dell’incontro Giovanni Di Mauro, consigliere dell’opposizione, che però chiede «regole più precise sulle incompatibilità».
Le reazioni e i dubbi
La proposta ha subito acceso il dibattito politico. Per la maggioranza è un passo avanti: «Abbandoniamo la logica delle poltrone date a chiamata», ha detto l’assessore all’Economia, Marco Falcone. Dall’altra parte, però, si sottolineano diverse ombre. Il Movimento 5 Stelle avverte: «La vera prova sarà nei fatti», scrivono in una nota, «troppo spesso sono state annunciate rivoluzioni rimaste sulla carta».
Anche sindacati e associazioni civiche hanno espresso perplessità, chiedendo più partecipazione nei controlli. La Cgil Sicilia in particolare suggerisce di creare un osservatorio indipendente per vigilare sul rispetto dei requisiti. Schifani non si è tirato indietro alle domande: «La trasparenza deve essere reale, non solo a parole», ha assicurato. Ma le polemiche restano vive, soprattutto dopo le nomine dell’autunno scorso finite sotto la lente dell’Anticorruzione.
Dietro le quinte: cosa è successo finora in Sicilia
La mossa arriva dopo mesi di critiche per alcune nomine contestate e richieste di dimissioni. Solo a ottobre scorso, la designazione di alcuni direttori generali aveva sollevato dubbi in Assemblea regionale con interrogazioni da parte di Forza Italia e del Partito Democratico. «Serve cambiare rotta e riconquistare fiducia», aveva detto la vicepresidente Ars, Nuccia Albano.
Dopo queste critiche Palazzo d’Orléans aveva promesso una revisione delle procedure ma senza anticipare dettagli concreti fino a oggi. Se il nuovo sistema sarà adottato come previsto entro la primavera 2026, potrebbe diventare un modello anche per altre amministrazioni locali.
Cosa ci aspetta adesso
Schifani ha garantito tempi stretti: entro fine gennaio dovrebbe uscire il regolamento attuativo sul sito della Regione. Le candidature ai primi bandi digitali sono previste tra marzo e aprile prossimi. Restano però ancora da chiarire molti dettagli: come verranno scelti i membri del comitato indipendente? Saranno previste quote di genere o tutele per giovani under 35? Il presidente ha invitato «tutti i gruppi politici a un confronto aperto», lasciando capire che il testo potrebbe ancora cambiare.
Per ora l’aria è quella della prudenza. Tra i corridoi di Palazzo d’Orléans qualcuno parla di “occasione per voltare pagina”, altri temono l’ennesima riforma rimasta sulla carta. «Vedremo se le promesse verranno mantenute», commenta un dirigente regionale mentre sistema le ultime carte prima di uscire dalla sala. Intanto il conto alla rovescia è partito: sarà questa la vera svolta nella trasparenza promessa da Schifani?





