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Goffredo Fofi esplora la scelta di essere vegetariani nel suo nuovo libro

A poco più di dieci giorni dalla scomparsa di Goffredo Fofi, avvenuta l’11 luglio 2023, il 25 luglio torna in libreria il suo libro “Non mangio niente che abbia gli occhi”. Questa opera, pubblicata originariamente nel 2022, racchiude le riflessioni di un intellettuale che ha dedicato la sua vita alla non violenza e alla disobbedienza civile. Riproposto dalla casa editrice Contrasto nella collana Tracce, questo volume si configura come un vero e proprio manifesto etico, dove Fofi espone le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere il vegetarianismo.

Un percorso di riflessione personale

Fofi non si è mai presentato come un teorico o un esperto nel campo della dieta vegetariana, ma piuttosto come un uomo che ha sentito l’urgenza di interrogarsi sulle proprie scelte alimentari. “Pur non essendo un teorico o un esperto della materia ma semplicemente un uomo che si è posto delle domande,” scriveva, “ho deciso di raccontare la mia esperienza, di ripercorrere il mio passato e di riandare alle letture che maggiormente mi hanno accompagnato in questo cammino.” Queste parole rispecchiano la sua ricerca personale di responsabilità, un valore che ha sempre considerato centrale nella sua esistenza.

La critica al sistema e la scelta vegetariana

Il libro è un intenso percorso di riflessione che inizia con l’imitazione di figure importanti del panorama culturale italiano, come Danilo Dolci e Aldo Capitini, per poi evolversi in una scelta profondamente convinta. Fofi non vedeva il vegetarianismo solo come un gesto di protesta contro l’orrore dei macelli, ma come una risposta necessaria all’ordine del mondo, un ordine che promuoveva la legge del più forte, dove “il pesce grande mangia sempre il pesce piccolo”. Questa visione critica si allinea con la sua concezione della società e dell’etica, in cui la violenza e l’oppressione non dovrebbero avere posto.

Riferimenti letterari e l’importanza del messaggio

Uno degli aspetti più affascinanti di “Non mangio niente che abbia gli occhi” è l’uso di citazioni e riferimenti a scrittori e pensatori che, nel corso della storia, hanno abbracciato il vegetarianismo. Tra questi:

  1. Lev Tolstoj, che in “Contro la caccia” esprime il suo disprezzo per la violenza nei confronti degli animali.
  2. Alfred Döblin, il cui capolavoro “Berlin Alexanderplatz” offre una critica sociale penetrante.
  3. George Bernard Shaw, che considerava gli animali “i suoi amici”.
  4. J.M. Coetzee, che in “La vita degli animali” introduce la figura di Elizabeth Costello.

Fofi chiarisce che la scelta di non mangiare carne non è motivata da un desiderio di apparire moralmente superiori, ma è piuttosto una risposta a una necessità storica. “Non è solo per amore delle creature che si diventa vegetariani, e tanto meno per sentirsi orgogliosamente buoni e migliori, ma per necessità storica, perché la storia lo richiede, lo esige,” scrive. Questo passaggio evidenzia la sua convinzione che il vegetarianismo non sia solo una scelta personale, ma un imperativo collettivo, un atto di responsabilità nei confronti della società e del pianeta.

In un contesto contemporaneo caratterizzato da una crescente attenzione verso tematiche ecologiche e ambientali, la posizione di Fofi acquista un’importanza rinnovata. La distruzione degli ecosistemi e l’inquinamento causati dagli allevamenti intensivi sono temi di pressing attualità, e il vegetarianismo emerge come una possibile risposta a queste sfide. La sua scelta, quindi, si rivela non solo una questione etica, ma anche una questione politica, un richiamo a rivedere il nostro modo di vivere e interagire con l’ambiente.

In appendice al libro, il lettore troverà la Dichiarazione universale dei diritti degli animali, un documento che sottolinea l’importanza di riconoscere i diritti delle altre forme di vita, e un portfolio di fotografie di Tommaso Ausili, che offre uno sguardo crudo e diretto sulla realtà dei mattatoi. Tra queste immagini, spicca quella di copertina, “The Hidden Death”, che invita a riflettere sulla violenza sistemica inflitta agli animali destinati al consumo umano.

Goffredo Fofi, attraverso le sue parole e la sua vita, ci invita a considerare le nostre scelte alimentari non solo come decisioni personali, ma come atti di coscienza collettiva. La sua eredità continua a vivere nel dibattito contemporaneo sul vegetarianismo, un tema che, più che mai, richiede attenzione e riflessione profonda. Con il suo libro, Fofi non ha solo raccontato la sua storia, ma ha anche lasciato un testamento di responsabilità etica e sociale, un invito a tutti noi a considerare le conseguenze delle nostre azioni e a cercare un mondo in cui la non violenza e il rispetto per tutte le creature possano finalmente prevalere.

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