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Giubileo 2025, al Teatro Caniglia la ‘Messa Celestino V’ di Larry Alan Smith tra cori e orchestra

Milano, 13 dicembre 2025 – Un’opera nuova di zecca, nata negli Stati Uniti ma con il cuore ben piantato in Abruzzo, sta per fare il suo debutto nella musica italiana. Parliamo di una composizione per voce recitante, solisti, cori e orchestra, firmata da un artista italo-americano legato a doppio filo a Raiano, piccolo borgo in provincia dell’Aquila. La notizia è stata data ieri sera, poco dopo le 20, in una sala rossa gremita del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. A raccontare i primi dettagli è stato Antonio Di Pasquale, direttore artistico della Fondazione Abruzzese Musica, visibilmente emozionato: “Non è solo una partitura, è un ponte tra due mondi. Volevamo un’opera che parlasse della nostra terra ma che arrivasse anche a tutti”.

Quando un’idea nasce oltreoceano

L’autore, Michael De Angelis, vive da oltre vent’anni a Boston, ma ogni estate torna a Raiano per rivedere i parenti e “prendere fiato”, come ha raccontato dopo la presentazione. Proprio durante l’ultima visita in paese, lo scorso luglio, è scattata l’idea: “Ero seduto sulla panchina davanti alla chiesa e ho sentito quei suoni che conoscevo fin da bambino. Ho capito che dovevo scrivere qualcosa che li raccogliesse tutti”, ha detto ai giornalisti. L’opera andrà in scena in anteprima mondiale il 28 febbraio al Teatro dell’Opera di Roma, con musicisti italiani e americani chiamati a suonare insieme.

Orchestra e tradizioni: un mix vincente

La partitura prevede una voce recitante, scelta insolita per questo tipo di repertorio sinfonico. Insieme alla voce narrante ci saranno quattro solisti, due cori misti (uno abruzzese e uno formato da studenti americani) e una grande orchestra sinfonica. Il direttore Carlo Perotti – con esperienze importanti alla Scala e in Germania – sarà sul podio. “Abbiamo cercato di bilanciare i colori della tradizione europea con la carica ritmica americana”, ha spiegato Perotti durante le prove al teatro. Colpisce l’uso delle percussioni e di strumenti tipici abruzzesi come la zampogna e il tamburello accostati a ottoni e archi.

La storia: emigranti tra ieri e oggi

La trama racconta la vita di una famiglia abruzzese emigrata negli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso, intrecciata con quella dei loro discendenti d’oltreoceano. La voce recitante – affidata all’attore Giulio Fabbri – narra episodi quotidiani, lettere e partenze. C’è spazio anche per riferimenti ai giorni nostri: una nipote torna a Raiano in cerca delle sue radici. “Abbiamo voluto mostrare questo viaggio fisico e dentro se stessi”, spiega De Angelis, “senza scadere nella retorica”. Il libretto alterna italiano e inglese; i cori si ispirano ai canti popolari abruzzesi.

Collaborazioni tra Italia e Stati Uniti

Alla produzione partecipano la Fondazione Abruzzese Musica, il Conservatorio di Boston e l’associazione culturale “Raiano nel mondo”. Le prove sono iniziate lo scorso ottobre tra L’Aquila e Boston; gli americani arriveranno a Roma verso metà febbraio. È previsto anche un progetto didattico rivolto agli studenti delle scuole superiori abruzzesi e statunitensi, con incontri online per approfondire memoria e musica.

L’attesa cresce tra appassionati e protagonisti

L’annuncio ha già acceso l’interesse della comunità abruzzese sia in Italia che negli Stati Uniti. “Aspettiamo questa esecuzione come una festa”, dice Raffaella Colantoni, presidente della Pro Loco di Raiano. Tra i musicisti si respira entusiasmo: “Portare la nostra storia su un palco così importante è davvero un orgoglio”, aggiunge il soprano Chiara D’Orazio, protagonista della prima serata.

Per molti a Raiano sarà la prima volta che vedranno la loro storia raccontata su un palco internazionale. L’orchestra salirà sul palco del Teatro dell’Opera alle 20.30 del 28 febbraio; i biglietti saranno disponibili nelle prossime settimane sul sito ufficiale.

Un viaggio fatto di note ma soprattutto di memoria, capace di mettere insieme generazioni diverse senza mai dimenticare le proprie radici. Come ha detto De Angelis: “Raiano non è solo un punto sulla mappa, è dentro la mia musica”.

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