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Gela, donna danneggia l’auto del marito in separazione: obbligo braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento

Gela, 6 dicembre 2025 – Un uomo di 56 anni, che vive a Gela, si è visto notificare ieri il divieto di avvicinamento nei confronti della sua ex compagna, una donna di 53 anni. Il provvedimento è scattato dopo una serie di presunte molestie e minacce. A firmarlo è stato il Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Gela, al termine di un’indagine condotta dalla polizia locale in seguito alle denunce presentate dalla donna nelle settimane scorse.

Indagini e misure dopo le denunce

Gli investigatori hanno ricostruito una serie di episodi in cui la 53enne, che abita non lontano dal centro di Gela, ha segnalato almeno tre tentativi insistenti da parte dell’ex compagno di entrare in contatto con lei. Nonostante le sue ripetute richieste di stare alla larga, l’uomo avrebbe continuato a cercarla. In un caso, secondo gli atti, l’uomo l’ha anche aspettata fuori dal posto di lavoro intorno alle 18.30, provocando allarme tra i colleghi che poi hanno confermato la sua presenza alla polizia.

Il questore di Caltanissetta ha trasmesso tutto alla Procura, che ha chiesto l’urgenza di una misura cautelare. Il gip ha firmato il divieto nelle ultime ore: ora l’uomo deve mantenersi a almeno 200 metri dalla donna e dai luoghi che frequenta abitualmente, come casa e ufficio. I poliziotti lo hanno raggiunto nella serata del 5 dicembre a casa sua. Nessuna dichiarazione ufficiale dai suoi avvocati, che hanno solo annunciato l’intenzione di fare ricorso “nei termini previsti”.

La paura della vittima e la reazione delle autorità

La vicenda si è svolta nell’arco di tre settimane e ha fatto molto discutere nel quartiere dove la donna vive da anni. Visibilmente provata, la 53enne ha detto agli investigatori di aver temuto per sé e per i suoi figli adolescenti, che spesso la accompagnano a lavoro. “Non voglio più avere nulla a che fare con lui. Ho chiesto aiuto perché mi sentivo perseguitata”, avrebbe raccontato durante uno degli ultimi colloqui.

La dirigente della Squadra Mobile ha sottolineato come “ogni segnalazione venga presa molto sul serio”. In casi simili, si legge nella nota diffusa ieri sera dal commissariato, “la rapidità nell’attivare gli strumenti previsti dalla legge fa davvero la differenza”. Un messaggio chiaro: le denunce per atti persecutori o minacce vengono trattate con estrema attenzione per garantire una protezione veloce alle vittime.

Precedenti e situazione sul territorio

Secondo quanto raccolto da alanews.it da fonti giudiziarie, questo non è un episodio isolato a Gela negli ultimi mesi. Tra settembre e novembre altre quattro donne hanno denunciato comportamenti simili. In uno dei casi recenti il tribunale ha disposto il braccialetto elettronico per il presunto molestatore. Dati confermati anche dalle associazioni locali: “Riceviamo in media sei richieste d’aiuto al mese per stalking o minacce”, racconta una volontaria del centro antiviolenza “Artemisia”.

Nel caso specifico l’uomo – ex dipendente nel settore trasporti – aveva già avuto rapporti tesi con la ex compagna negli ultimi anni, ma solo ora la situazione è degenerata fino alla misura restrittiva.

Il divieto di avvicinamento e cosa succederà

Il divieto di avvicinamento vieta all’uomo qualsiasi contatto con la donna: niente incontri diretti né messaggi o chiamate tramite telefono o social network. Se dovesse infrangere questa misura rischia l’arresto immediato. Intanto la polizia locale sta controllando attentamente l’area indicata dalla vittima e continuerà a vigilare sul rispetto del provvedimento.

Il processo potrebbe partire già nei primi mesi del 2026. Nel frattempo le associazioni locali invitano chiunque si trovi in situazioni simili a rivolgersi subito alle forze dell’ordine: “Bisogna uscire dal silenzio”, hanno ribadito ieri pomeriggio durante un incontro alla Biblioteca Comunale di via Verga.

Resta da chiarire se ci siano altri episodi non denunciati: su questo punto saranno fondamentali le testimonianze raccolte nelle prossime settimane. Per ora nel quartiere si respira un clima teso. La vittima, protetta dalla nuova misura, prova a tornare alla vita quotidiana tra paura e speranza.

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