Flavio Briatore, l’impensabile retroscena emerge soltanto adesso: era solo un bambino

Il retroscena sulla vita di Flavio Briatore emerge soltanto adesso: ecco cosa succedeva quando era poco più di un bambino.

Flavio Briatore è certamente un imprenditore di successo, ma un personaggio discusso per via di alcune sue affermazioni e vicende molto controverse. Certamente si tratta di una figura di spicco del mondo economico italiano, al centro di gossip e discussioni più per ragioni personali che per quelle affaristiche.

Flavio Briatore racconta del suo passato
Flavio Briatore racconta un retroscena del suo passato: era soltanto un bambino (Foto Ansa) – arabonormannaunesco.it

Inoltre non mancano storie e aneddoti che riguardano la sua vita di uomo di sport, in particolare della sua esperienza nel mondo della Formula 1 in qualità di manager in team di primo piano e pluri-vittoriosi come la Benetton, la Renault e la Ligier, in grado di aggiudicarsi titoli mondiali tra i piloti e i costruttori, insieme ad un gran numero di trionfi nei gran premi.

Il curioso retroscena della vita di Flavio Briatore da giovanissimo

Come racconta lui stesso, Briatore, originario di Verzuolo in provincia  di Cuneo, trascorse parte della sua prima adolescenza nel Collegio vescovile di Mondovì. Nei cinque anni passati in quell’istituto, il futuro manager fece delle esperienze che gli sarebbero state preziose per il resto della vita.

Flavio Briatore ricorda i tempi del collegio
L’imprenditore ricorda i tempi del Collegio (Foto Ansa) – arabonormannaunesco.it

In quel periodo Briatore sviluppò la sua attenzione per il lavoro di squadra e affinò le doti di leadership e gestione dei gruppi. Era il capo classe, ruolo che i compagni gli assegnavano riconoscendogli doti e capacità. Il ragazzo era a volte in punizione, ma non era raro che Briatore coprisse altri compagni e questo non fece che aumentare il suo carisma nella scuola.

Proprio dell’istituto, racconta di come conquistò il favore di alcuni compagni. Il giovane Flavio scelse il refettorio come suo consiglio d’amministrazione. Lì faceva e organizzava le squadre per le partite di calcio di scuola e per la sua squadra sceglieva sempre i giocatori più in gamba. Come faceva? Sfruttava la maionese, di cui i compagni erano ghiotti e che invece a lui non piaceva.

Bastava prometterla e i ragazzi decidevano di giocare per la sua squadra. Fu proprio così che affino le doti di manager e leader dei gruppi, scegliendo e circondandosi sempre dei migliori. Questo fu uno dei suoi segreti, anche in seguito quando per formare i suoi team selezionerà puntualmente i profili più adatti e vincenti.

Dell’esperienza del Collegio vescovile, Briatore ricorda come tutti gli alunni fossero uguali e che per emergere contassero le doti personali e le capacità. Così come le punizioni e le mattinate passate da chierichetto. Tutto per formare il futuro imprenditore del Billionaire.

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