Aosta, 22 novembre 2025 – Dal 29 novembre al 6 aprile 2026, il Forte di Bard si trasforma in una grande vetrina per Fernando Botero, il celebre artista colombiano scomparso nel 2023. La mostra, dal titolo “Tecnica monumentale”, ripercorre tutta la sua carriera, mettendo a confronto le diverse tecniche usate dall’artista dagli anni Quaranta fino alle ultime opere realizzate a Monaco tra il 2019 e il 2023.
Botero: un viaggio nelle sue tecniche
Allestita nelle sale delle Cannoniere, la mostra si divide in sette sezioni e presenta più di cento opere. Tra queste ci sono alcuni lavori giovanili poco conosciuti, diversi pezzi inediti provenienti dalla collezione personale e una selezione di schizzi preparatori mai mostrati prima. “Il pubblico potrà scoprire opere di gioventù ancora poco note, il lavoro degli ultimi anni e diversi inediti”, si legge nella presentazione ufficiale.
Botero è famoso in tutto il mondo per le sue figure dalle forme piene e voluminose. Ha lavorato con tecniche diverse: dall’acquarello al pastello, dalla pittura a olio all’affresco, dal disegno a carboncino e inchiostro fino alla scultura in marmo e alla fusione in bronzo. Ogni tecnica è stata per lui un modo per definire il suo stile unico, sempre riconoscibile nell’esaltazione dei volumi. “Il tratto netto del disegno dà forma precisa alle figure, i colori della pittura danno forza e pienezza, mentre la scultura le rende monumentali in tre dimensioni”, spiegano i curatori.
Monumenti di forma e temi classici
La mostra offre un quadro completo dell’opera di Botero, mettendo in luce come anche temi semplici o tradizionalmente piccoli siano stati portati su grandi dimensioni. Ogni soggetto diventa così parte di un’opera monumentale. Tra i pezzi più importanti ci sono “Autoritratto con Arcangelo” (2015), dove l’artista si ritrae mentre dipinge, e varie versioni di “Leda e il cigno”, “Venere” e “Il ratto di Europa”. Questi lavori mostrano il dialogo costante di Botero con i grandi temi dell’arte classica.
Non mancano opere come “Terremoto” (2000), che rivelano il lato più intimo e umano dell’artista. Per Botero, dicono i curatori, “l’arte è prima di tutto un gesto d’amore”. Una filosofia che si ritrova nelle sue tele e sculture, dove la monumentalità non è mai fine a se stessa, ma un mezzo per trasmettere emozioni universali.
Un’eredità che supera i confini
Nato a Medellín nel 1932, Fernando Botero ha lasciato un segno profondo nell’arte contemporanea. Le sue opere sono esposte nei musei più importanti del mondo – dal MoMA di New York al Museo Botero di Bogotá – e hanno attraversato i decenni senza perdere forza o originalità. Il suo stile, spesso copiato ma mai davvero replicato, nasce da una ricerca costante della forma e del volume, che rende le sue figure subito riconoscibili.
La mostra al Forte di Bard è un’occasione unica per vedere da vicino l’evoluzione tecnica e stilistica di un artista capace di rinnovarsi senza perdere la propria identità. “Botero cerca in ogni tecnica qualcosa che aiuti a definire il suo stile personale”, spiegano i curatori. Ed è proprio questa ricerca continua a tenere insieme tutta l’esposizione.
Info pratiche e aspettative
La mostra apre alle 10 del 29 novembre e rimarrà visitabile fino al 6 aprile 2026, con orari che cambiano nei weekend e nei giorni festivi. I biglietti sono già in vendita sul sito ufficiale del Forte di Bard. Gli organizzatori si aspettano oltre 30 mila visitatori nei quattro mesi di apertura.
“Abbiamo voluto rendere omaggio a un artista che parla a tutti”, ha detto il direttore del Forte, Alessandro Cavaliere. “Le sue opere ci invitano a guardare la realtà con occhi diversi”. Forse questo è il lascito più vero di Botero: trasformare la materia – che sia colore o bronzo – in una storia che parla a chiunque.





