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Due fabbriche clandestine di sigarette scoperte nel Lazio: blitz a Pomezia e Ferentino

Roma, 18 dicembre 2025 – È in corso un’indagine della Procura Europea che ha portato a perquisizioni e sequestri documentali negli stabilimenti farmaceutici di Pomezia e Ferentino, nel Lazio, nelle ultime 48 ore. L’inchiesta, ancora agli inizi, mira a chiarire possibili irregolarità nella gestione dei fondi pubblici destinati a progetti di ricerca e sviluppo nel settore farmaceutico.

Procura Europea in azione: i dubbi sui finanziamenti pubblici

Le operazioni sono state coordinate dalla Procura Europea di Lussemburgo con il supporto del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. I controlli sono partiti la mattina del 17 dicembre. Intorno alle 8.30, decine di agenti sono entrati negli stabilimenti di Pomezia e Ferentino, storici poli produttivi della farmaceutica italiana. L’ipotesi è che ci siano state anomalie nei bilanci presentati per ottenere fondi europei e nazionali legati a programmi innovativi.

“Non possiamo entrare nei dettagli degli atti acquisiti”, ha spiegato un funzionario coinvolto nell’operazione, “ma l’attenzione è tutta rivolta ai flussi di denaro e a come sono stati realmente spesi”.

Stabilimenti sotto la lente: cosa è successo

Gli stabilimenti coinvolti appartengono a due grandi aziende del settore nella regione. A Pomezia, nella zona industriale di via Pontina Vecchia, lavorano circa 400 persone. Negli ultimi anni la produzione si è focalizzata soprattutto su vaccini e farmaci biotecnologici. A Ferentino, in provincia di Frosinone, la struttura opera dagli anni Ottanta ed è nota per la lavorazione di principi attivi destinati anche all’esportazione.

Secondo quanto ricostruito finora, la Guardia di Finanza ha sequestrato documenti amministrativi, computer e dispositivi elettronici, concentrandosi sulle comunicazioni tra i manager degli stabilimenti e alcuni fornitori esterni. “Stiamo controllando ogni minimo dettaglio”, ha detto un investigatore presente sul posto.

Fondi Ue sotto controllo: il quadro dell’inchiesta

L’indagine della Procura Europea rientra in una più ampia attività di verifica sull’uso dei fondi comunitari da parte delle imprese italiane. Negli ultimi due anni il settore farmaceutico ha ricevuto risorse sia dal PNRR sia dai progetti Horizon Europe per spingere sull’innovazione tecnologica. Gli inquirenti vogliono capire come questi soldi sono stati usati sul serio.

Fonti vicine all’inchiesta chiariscono che “non c’è ancora alcuna accusa formale”, ma l’obiettivo resta “verificare se le spese dichiarate corrispondono ai lavori effettivamente fatti”.

Il clima dentro gli stabilimenti

Negli stabilimenti si respira una certa tensione. Ieri sera diversi dipendenti hanno raccontato a bassa voce di essere stati ascoltati dagli investigatori come persone informate sui fatti. “Ci hanno chiesto soprattutto dei rapporti con fornitori esterni e della gestione dei progetti europei”, spiega uno dei tecnici di linea a Ferentino. Nessun commento ufficiale dalle aziende coinvolte: una nota diffusa nel pomeriggio ribadisce “piena collaborazione con le autorità” e fiducia nel lavoro della magistratura.

A livello istituzionale, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso “attenzione e vicinanza ai lavoratori” auspicando che “sia fatta piena chiarezza”.

Cosa succederà adesso: i prossimi passi dell’indagine

La Procura Europea continuerà nelle prossime settimane ad analizzare tutto il materiale raccolto. Gli investigatori dovranno ricostruire tutta la filiera dei finanziamenti: dal bando iniziale fino al reale arrivo dei fondi negli stabilimenti di Pomezia e Ferentino. Solo così si potrà capire se ci sono reati come truffa o malversazione oppure se tutto è regolare.

Fonti giudiziarie spiegano che serviranno ancora mesi prima che l’inchiesta prenda una piega decisiva. Nel frattempo gli impianti restano aperti e nessuna misura restrittiva è stata presa contro dirigenti o siti produttivi.

Questo caso conferma quanto resti centrale il tema della trasparenza nell’uso dei fondi pubblici europei, anche in un settore fra i più dinamici del Paese. Nel Lazio non è la prima volta che filiere ad alta innovazione finiscono sotto osservazione da parte delle autorità; stavolta però – almeno per ora – non ci sono ripercussioni sulla produzione o sull’occupazione.

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