Non tutti lo sanno, ma è possibile capire se si soffre di diabete osservando i piedi. Ecco i segnali da non sottovalutare.
La medicina ha fatto certamente passi da gigante negli ultimi anni, rendendo guaribili malattie che prima non lo erano, ma che anzi in passato erano considerate come nefaste quando venivano diagnosticate. Nonostante questo, c’è una patologia che fa ancora oggi tanta paura, soprattutto se a riscontrarla sono dei bambini (e i casi purtroppo non mancano), perché ancora adesso non ha cura: il diabete.
Molto spesso si tende ad associare questo disturbo come quello in cui si incorre se si mangia una quantità eccessiva di dolci, ma si tratta di un luogo comune. Si parla di questo problema quando si riscontra un aumento della glicemia, che non è altro che il livello di zucchero presente nel sangue, generato da un difetto di secrezione o di un’azione inadeguata dell’ormone insulina prodotto dalle cellule del pancreas.
Temi di avere il diabete? Osserva questa parte del corpo
Riuscire a diagnosticare il diabete può non essere semplice, soprattutto perché si tratta di una patologia subdola, in grado di restare silente per diverso tempo. Non a caso, si arriva spesso ad avere la certezza di averlo quando la situazione non è delle migliori e i sintomi sono ormai manifesti.
Non solo, in molti casi si tende ad associare alcuni disturbi legati ad atre malattie, per questo si arrivano a fare una serie di esami quasi per tentativi. I pazienti manifestano spesso problemi quali stanchezza cronica, perdita di peso, dolori addominali, nausea e vomito, difficoltà alla vista, aumento dell’appetito (polifagia), alito acetonemico (odore di frutta matura) e aumento del volume dell’urina, quindi anche della sete.
In pochissimi lo sanno, ma sarebbe bene fare un controllo se si dovessero notare delle caratteristiche ben precise ai propri piedi, che non dovrebbero essere sottovalutati. Questi sono quelli più diffusi e da addebitare proprio al diabete di tipo 2:
- Difformità del piede come il “dito ad artiglio”.
- Ulcere all’avanpiede e sotto l’alluce, anche non dolorose.
- Difficoltà a guarire dalle ferite e inusuale resistenza alle infezioni a causa della riduzione del flusso sanguigno per la riduzione dei vasi sanguigni.
- Calli e piaghe dovuti a zone di pressione elevata nel piede.
- Cancrena che può portare al bisogno di amputazione.
- Dolore, bruciore, formicolio e intorpidimento.
- Cambiamenti nella pelle come secchezza, crepe, danni ai talloni, pelle a “scaglie”, tagli fra le dita dei piedi, piede spellato.
Chi dovesse avere notato almeno due o tre di queste situazioni dovrebbe prendere contatto con un podologo o un diabetologo, così da fare tutti gli esami necessari. Se diagnosticato a una fase iniziale, infatti, il diabete può essere tenuto sotto controllo e permette di avere una vita quasi simile a quella di prima.
Gli accorgimenti necessari
Una volta avuta la certezza che i problemi al piede siano dovuti al diabete, è possibile mettere in atto una serie di accorgimenti che permetteranno non solo di tenere a bada la malattia, ma anche di evitare la situazione peggiore, la cancrena e la conseguente amputazione. Niente paura, non si tratta di niente di devastante, è possibile agire senza stravolgere troppo la propria quotidianità.
Innanzitutto è fondamentale fare attività fisica costantemente (basta una camminata di 10-14 minuti) e avere un’alimentazione varia ed equilibrata. A questo dobbiamo poi aggiungere un’attenzione maggiore da riservare ai piedi, che prevede:
- idratazione con creme o gel neutri.
- Rivolgersi sempre a un medico in caso di ferite ricorrenti.
- Prestare attenzione se si cammina spesso scalzi o se si corre il rischio di andare incontro a botte che possono essere evitate.
- Scegliere bene le scarpe che garantiscono traspirabilità al piede e riducono il sudore.
- Controllare se sono presenti tagli, ulcere o calli.
Insomma, può bastare davvero poco, ben sapendo come la diagnosi precoce sia la soluzione migliore per ogni malattia.