Palermo, 4 novembre 2025 – “Il 4 novembre non c’è nulla da festeggiare”. Così hanno esordito questa mattina un gruppo di manifestanti pro-Palestina radunatisi in piazza Croci, nel cuore di Palermo, pronti a partire per un corteo diretto alla prefettura di via Cavour. L’iniziativa, nata per protestare contro le guerre e il riarmo, ha raccolto circa 300 persone, secondo le forze dell’ordine.
In marcia per la Palestina nel centro di Palermo
Il corteo è partito poco dopo le 10 e ha attraversato le vie principali del centro città. Tra i manifestanti, molti giovani e studenti, si vedevano cartelli e striscioni con slogan come “Basta guerre” e “Stop al riarmo”. Gli organizzatori non hanno lasciato dubbi sul motivo della protesta: “Oltre 70 mila vittime con la complicità dello Stato italiano”, hanno urlato al megafono, riferendosi alle vittime palestinesi nel conflitto in corso. “Altri 500 palestinesi uccisi dal cessate il fuoco”, hanno aggiunto, sottolineando la loro critica verso le ultime decisioni internazionali.
Guerra, sanità e welfare: le ragioni dietro la protesta
Ma la manifestazione non riguardava solo il conflitto in Medio Oriente. “Assistiamo ai tagli alla sanità e al welfare, mentre si finanzia il riarmo”, ha detto uno degli attivisti dal palco improvvisato davanti alla prefettura. Il riferimento è alle recenti discussioni in Parlamento sulle spese militari e i tagli ai servizi pubblici. Alcuni manifestanti hanno distribuito volantini con scritto: “Non possiamo stare zitti mentre si chiudono ospedali e scuole per fare spazio alla guerra”.
La polizia vigila, nessun incidente
Per tutto il percorso, il corteo è stato seguito a distanza dagli agenti del reparto operativo della polizia e dai carabinieri, presenti agli incroci principali e con alcuni in borghese a monitorare i movimenti. “La situazione è tranquilla e sotto controllo”, ha assicurato un funzionario della questura poco dopo le 11, quando la manifestazione ha raggiunto via Cavour. Qualche rallentamento del traffico tra piazza Croci e il Teatro Massimo, ma niente di grave.
Dalla piazza, parole di rabbia e richiesta di ascolto
Tra i manifestanti c’erano anche rappresentanti di associazioni studentesche e sindacali. “Siamo qui perché l’Italia cambi strada”, ha detto Sara, 22 anni, studentessa universitaria. “Non possiamo accettare che il nostro Paese sia complice di queste tragedie”. Accanto a lei, un insegnante in pensione ha aggiunto: “Ho visto troppe guerre nella mia vita. Oggi dico basta”. Tra i passanti, reazioni diverse: alcuni hanno osservato in silenzio, altri si sono fermati a parlare, mostrando solidarietà.
Un quadro più ampio: protesta contro il riarmo in tutta Italia
La manifestazione di Palermo si inserisce in una serie di proteste che nelle ultime settimane hanno attraversato diverse città italiane. Al centro del dibattito c’è il tema del riarmo e delle spese militari, tornato d’attualità dopo l’approvazione di nuovi fondi per la difesa da parte del governo. Sullo sfondo, la crisi in Medio Oriente, con i dati delle Nazioni Unite che parlano di decine di migliaia di vittime civili da quando sono iniziate le ostilità.
Nessun scontro, ma la tensione resta
Il corteo si è chiuso intorno alle 12.30 davanti alla prefettura, dove i manifestanti hanno consegnato un documento con le loro richieste. La polizia è rimasta presente, ma in modo discreto, fino allo scioglimento della folla. “Nessun problema da segnalare”, ha confermato un agente all’uscita di via Cavour. Tuttavia, tra i manifestanti resta la sensazione che il loro messaggio non abbia ancora trovato ascolto. “Torniamo a casa senza risposte”, ha ammesso uno degli organizzatori prima di lasciare la piazza.
La giornata si è chiusa senza scontri, ma con la promessa – da parte degli attivisti – di tornare presto in strada con nuove iniziative.





