Milano, 16 dicembre 2025 – Oggi, durante una conferenza stampa in via Fabio Filzi, la Confederazione regionale lombarda ha dato il via al rilancio della campagna ‘Acquistiamo locale’. Lanciata per la prima volta nel 2021, ai tempi della pandemia, questa iniziativa torna proprio nel periodo natalizio per sostenere le piccole attività commerciali della regione. Un momento delicato, considerando che, secondo i dati più recenti della Camera di Commercio, nei primi undici mesi del 2025 i negozi di quartiere hanno perso quasi il 9% del fatturato rispetto all’anno precedente.
Una sfida che va oltre l’economia
“La sopravvivenza delle botteghe locali non è solo un problema di numeri,” ha spiegato il presidente della confederazione, Giovanni Negri, davanti a giornalisti e rappresentanti delle associazioni di categoria. Il commercio al dettaglio – ha aggiunto – “non significa solo vendere cose: è creare rapporti, essere un punto di riferimento per la comunità, garantire sicurezza”. Negri ha poi sottolineato la pressione crescente dei grandi centri commerciali e dell’e-commerce. Molte famiglie lombarde, tra inflazione e offerte online sempre più aggressive, hanno cominciato a fare meno acquisti nei negozi sotto casa.
La campagna punta proprio a invertire questa tendenza. Nei prossimi giorni saranno distribuiti in tutta la Lombardia materiali informativi e locandine: “Comprare vicino casa – si legge sul manifesto ufficiale – significa sostenere chi dà lavoro, anima le strade e tiene viva la città”. La portavoce Marina Valenti ha aggiunto: “L’obiettivo è spingere almeno un milione di lombardi a fare almeno un acquisto in un negozio locale entro fine anno”.
Tra chi chiude e chi resiste
Nella sede della Confederazione l’atmosfera è tesa ma non manca la fiducia. I dati del Centro studi commercio locale sono netti: nel 2025 hanno abbassato le serrande oltre 2.300 esercizi tra alimentari, cartolerie e negozi d’abbigliamento in città come Milano, Bergamo e Brescia. Solo ieri tre storici panifici hanno chiuso definitivamente nei quartieri Corvetto, Sant’Eustorgio e Lambrate.
“Siamo rimasti davvero in pochi,” racconta Francesco Forni, macellaio a Sesto San Giovanni. “In trent’anni non ho mai visto così poca gente passare il sabato pomeriggio”.
Tra le cause indicate dalla confederazione ci sono il rincaro delle bollette energetiche, affitti troppo alti e una pressione fiscale considerata troppo pesante per le microimprese. “Non chiediamo favori,” chiarisce Valenti, “ma condizioni che diano a tutti le stesse possibilità di competere”.
Reazioni contrastanti tra istituzioni e imprese
Fin dalla mattina sono arrivate le prime adesioni pubbliche alla campagna. Il sindaco di Milano, Stefano Mariani, ha voluto ribadire il sostegno dell’amministrazione: “Chi sceglie il negozio sotto casa sostiene una città più giusta e più vivibile”. Anche alcune catene di supermercati hanno annunciato il loro coinvolgimento promuovendo prodotti a chilometro zero. Non mancano però critiche: alcuni imprenditori nel settore dell’elettronica sottolineano che la concorrenza con i giganti online sui prezzi resta durissima.
Ma la campagna fa leva soprattutto sull’aspetto umano. “Qui mi chiamano per nome, sanno cosa mi serve,” racconta Lucia Bonacina, pensionata di Porta Romana. Sono piccoli gesti quotidiani che possono davvero fare la differenza secondo chi crede ancora nella rete dei negozi locali.
Incentivi in arrivo per non lasciare vuote le strade
Nel frattempo la Regione Lombardia sta valutando possibili incentivi fiscali da introdurre nel 2026. L’assessore al Commercio, Simone Pozzi, ha confermato l’apertura di un tavolo con le associazioni di categoria: si parla di un credito d’imposta per chi investe nella digitalizzazione o nel rinnovamento dei locali. “Vogliamo evitare che intere vie si svuotino,” ha detto Pozzi al termine dell’incontro.
Resta difficile prevedere l’impatto immediato della campagna ‘Acquistiamo locale’ sulle vendite natalizie. Ma il messaggio che arriva forte da Milano – e si estende a tutta la Lombardia – è questo: se non cambiano abitudini d’acquisto, molte botteghe storiche rischiano seriamente di non arrivare al prossimo dicembre. La speranza dei promotori è ora tutta nelle settimane che ci separano dalle feste: sotto le luci natalizie anche una scelta semplice può cambiare il volto delle nostre vie cittadine.





