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Clan della malavita infiltrati nelle scommesse online: sequestro da 40 milioni a Catania

Catania, 12 dicembre 2025 – Questa mattina la Guardia di Finanza di Catania ha dato il via a una nuova inchiesta che riguarda un ex collaboratore di giustizia finito nel mirino per presunti reati economici e finanziari. L’operazione, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia etnea, è partita all’alba nel capoluogo siciliano con una serie di perquisizioni e acquisizioni documentali. Le fonti investigative riferiscono che tutto nasce da controlli su operazioni sospette legate alla gestione dei beni riconducibili all’uomo.

Fiamme Gialle sulle tracce di flussi sospetti

Gli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza — specializzati in indagini patrimoniali — si stanno concentrando su alcune transazioni e movimenti bancari riconducibili all’ex pentito. In particolare, stanno cercando di capire da dove arrivano e dove finiscono grosse somme di denaro: si parla di più di centomila euro spostati negli ultimi due anni, tramite conti correnti e società nate tra il 2023 e il 2024.

Le verifiche sono scattate dopo una segnalazione degli organi preposti all’antiriciclaggio e riguardano possibili reati come autoriciclaggio, frode fiscale e intestazione fittizia di beni. Un quadro complicato dal passato giudiziario dell’uomo, che aveva ottenuto vantaggi grazie alla sua collaborazione con la giustizia negli ultimi anni.

Contesto delicato: collaborazione a rischio

Secondo fonti giudiziarie vicine al caso, l’ex collaboratore era inserito nei programmi di protezione riservati a chi ha dato un contributo importante nei processi contro la mafia degli anni Duemiladieci. Però, già da qualche mese erano emersi dubbi sul rispetto delle regole previste da questi programmi, soprattutto sulla trasparenza delle attività economiche e sulla comunicazione dei guadagni.

Una fonte interna alla Procura spiega: “Stiamo verificando se i beni siano frutto di attività lecite o meno”. Lo stesso magistrato sottolinea che l’indagine è ancora agli inizi: finora non ci sono state misure restrittive né accuse formali. Ma gli investigatori non escludono che si stiano cercando modi per aggirare i controlli usando proprio la posizione “protetta” dell’indagato.

Le tappe dell’inchiesta e gli scenari

La Procura guidata da Carmelo Zuccaro ha affidato alla Guardia di Finanza l’analisi dei movimenti finanziari, con acquisizioni mirate presso banche locali e società immobiliari tra Catania e i comuni vicini come Misterbianco e Acireale. Gli inquirenti stanno passando al setaccio una lista di immobili, auto e quote societarie intestate a familiari o prestanome che potrebbero nascondere patrimoni non dichiarati.

Durante le perquisizioni effettuate oggi sono stati sequestrati computer, documenti cartacei e telefoni cellulari — elementi chiave per ricostruire contatti e movimenti dell’ex pentito. Si cerca anche di capire se ci siano legami con esponenti della criminalità locale tornati in attività dopo le ultime operazioni antimafia dello scorso anno.

Dichiarazioni e primi commenti

Un ufficiale della Guardia di Finanza incontrato davanti alla caserma del Comando provinciale in via Generale Cantore ha detto: “Stiamo lavorando su un quadro molto complesso, in stretta collaborazione con la magistratura. Ogni elemento verrà valutato con attenzione”. Nel quartiere San Giorgio, qualche residente ammette la sorpresa: “Sembrava una persona tranquilla, uno come tanti. Qui siamo rimasti un po’ spiazzati”, racconta una donna affacciata al balcone.

Gli avvocati dell’indagato, contattati telefonicamente, hanno preferito mantenere il silenzio per il momento: “Valuteremo gli atti quando ci saranno notificati”, hanno detto dallo studio legale in via Etnea.

Prossimi passi investigativi

Fonti vicine alle indagini confermano che nei prossimi giorni saranno ascoltati testimoni e sarà fatta una ricognizione su altre eventuali proprietà legate all’ex collaboratore. Non si esclude che l’inchiesta possa estendersi ad altre persone a lui vicine. Gli accertamenti continueranno nei mesi a venire: solo allora si potrà capire meglio cosa c’è dietro alle operazioni finite sotto la lente della Guardia di Finanza.

Per ora nessun provvedimento cautelare è stato preso, ma la posizione dell’uomo resta delicata — soprattutto perché potrebbe influire sui benefici ottenuti negli anni passati. Nel frattempo, nei quartieri coinvolti regna un clima fatto di sconcerto ma anche discrezione: molti evitano commenti; altri si limitano a osservare il via vai delle auto delle forze dell’ordine davanti ai portoni fin dalle prime ore del giorno.

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