Carenza di vitamina D, può essere davvero pericolosa anche nei bambini: ecco a cosa fare molta attenzione

La carenza di vitamina D non va affatto sottovalutata, soprattutto se riguarda i bambini: come bisogna comportarsi.

Il nostro corpo è il risultato di un finissimo equilibrio tra una serie di componenti minuscole che forma un mix eccezionale, una macchina perfetta, a cui basta la mancanza di una piccolissima parte per incepparsi. Proprio per questo, non bisogna sottovalutare le necessità che ha e curarle per tempo, soprattutto in tenera età.

La carenza di vitamina D è grave nei bambini
Una vitamina D bassa presenta diversi rischi per la salute, soprattutto nei bambini – arabonormannaunesco.it

La carenza di vitamina D è studiata da anni e il mondo della sanità non l’ha mai tralasciata o messa in secondo piano, riconoscendo a più riprese la sua importanza. Nella maggior parte dei casi, è causata dalla mancata esposizione alla luce solare, per cui è più comune che si verifichi in inverno o dopo anni in cui non si è andati in vacanza.

In realtà, il problema può essere molto più ampio ed essere secondario ad altre patologie, che potrebbero abbassarne i livelli. Proprio per questo, la diagnosi si effettua attraverso gli esami del sangue e la radiografia, che sarà essenziale per permettere al medico di avere il quadro completo. In ogni caso, si potranno avvertire dolori osteo-muscolari, debolezza muscolare e fragilità ossea, quindi un senso generale di stanchezza difficile da combattere.

La mancanza di vitamina D nel neonato: cos’è il rachitismo e come si cura

La situazione è decisamente più importante se si parla di neonati. Infatti, proprio a causa della carenza di vitamina D, può insorgere una patologia chiamata rachitismo, caratterizzata da cranio molle, crescita anomala delle ossa e difficoltà a gattonare o a camminare.

Come combattere la mancanza di vitamina D
L’esposizione alla luce solare è fondamentale in chi manca di vitamina D – arabonormannaunesco.it

Proprio per questa ragione, i pediatri ordinano la somministrazione dell’integrazione di vitamina D fin dalla nascita ai bimbi che vengono allattati al seno, visto che il latte materno ne ha abbastanza poca. Quello artificiale, invece, spesso ha una dicitura in etichetta che ne specifica l’aumento dei livelli.

La buona notizia è che non serve uno sforzo così grande per tenere sotto controllo le quantità di cui abbiamo bisogno. Infatti, se non dipende dall’assunzione di altri farmaci o da problemi di altra natura, basterà assumere integratori di vitamina D per riportare i livelli nella norma. Si può fare tramite iniezione o semplicemente per via orale, ma prima consultate un medico per avere un quadro completo e correlare altre eventuali patologie di natura endocrinologica o in altre sedi.

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