Carenza di ferro, può avere anche delle forme gravi: ecco come te ne accorgi e come rimediare

La carenza di ferro è una delle cause più comuni di anemia, ma in alcuni casi può diventare una condizione grave: i sintomi comuni.

Quando si pensa all’anemia, si associa spesso al concetto di mancanza di sostegno di alimenti di origine animale. Sebbene in parte sia vero, è bene sapere che il ferro non è contenuto solamente all’interno di essi e le cause della sua carenza non sono strettamente legate ad una mancanza alimentare, soprattutto nei casi più gravi.

Carenza di ferro
Quando la carenza di ferro diventa una condizione grave – arabonormannaunesco.it

In primo luogo è bene sapere che esistono due tipologie di ferro: il ferro eme, presente nei prodotti di origine animale, e il ferro non eme, contenuto nella maggior parte degli alimenti e degli integratori. Il primo viene assorbito molto meglio dall’organismo; mentre il secondo, rappresenta oltre l’85% del ferro nella dieta media, ma ne viene assorbito meno del 20%. L’assorbimento di quest’ultimo migliora se consumato con proteine animali e vitamina C.

La carenza di ferro è una causa comune di anemia, in cui i globuli rossi non trasportano abbastanza ossigeno ai tessuti. Negli adulti, è spesso dovuta a perdite di sangue, come quelle mestruali, senza dimenticare cause scatenanti come malfunzionamento dei reni per persone con insufficienza renale. Nei bambini e nelle donne in gravidanza, invece, è solitamente causata da una dieta inadeguata. Il ferro è essenziale per l’emoglobina, che trasporta ossigeno nel sangue, e per le cellule muscolari e vari enzimi. La sua carenza può portare a sensazioni di malessere, talvolta gravi. Accorgersene, in questo caso, si rivela essenziale.

Carenza di ferro nel sangue: come accorgersene, i casi gravi e i rimedi

I sintomi più comuni della mancanza di ferro sono sempre gli stessi, ma difficili da intercettare poiché si mostrano in maniera graduale. Tra questi vi sono: pallore, debolezza, affaticamento, respiro affannoso, vertigini e tachicardia. In casi gravi, può causare dolori toracici e insufficienza cardiaca. Altri sintomi includono picacismo, unghie a cucchiaio e sindrome delle gambe senza riposo.

Emoglobina e carenza di ferro nel sangue:
L’emoglobina contiene ferro e globuli rossi, essenziali per l’organismo – arabonormannaunesco.it

Per diagnosticare la carenza di ferro, il medico esegue esami del sangue per misurare emoglobina, ematocrito e globuli rossi, oltre a test specifici per transferrina e ferritina. In alcuni casi, può essere necessario un esame del midollo osseo. L’obiettivo principale è quello di cercare, identificare e trattare l’ipotetica fonte del sanguinamento, che si rivela, nella maggior parte dei casi, il motivo di questo calo drastico.

Il trattamento include il controllo del sanguinamento e l’assunzione di integratori di ferro, preferibilmente a stomaco vuoto per migliorarne l’assorbimento. La vitamina C e piccole quantità di carne aiutano ad aumentare l’assorbimento del ferro. In alcuni casi, il ferro viene somministrato tramite iniezioni e, nei casi più gravi, con trasfusioni di sangue. 

In ogni caso, soprattutto per chi soffre di anemia, è bene tenere controllati i livelli di emoglobina nel sangue che negli uomini è tra 14.0-17.5 g/dL e nelle donne 12.3-15.3 g/dL. Quando si raggiungono livelli molto bassi, si rivela essenziale agire in tempo. Anche nel caso in cui si provi stanchezza, pallore e mancanza di respiro, è bene consultare il proprio medico di fiducia.

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