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Cafè Triest: un angolo asburgico nel cuore di Gerusalemme religiosa

Nella seconda metà del XIX secolo, l’Impero Ottomano si trovava in una fase di fragilità e disgregazione. In questo contesto storico, l’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe I, avvertì la necessità di stabilire una base in Terra Santa per l’accoglienza dei pellegrini austriaci. Così, nel 1854, venne fondato l’Ospizio Austriaco Sacra Famiglia a Gerusalemme, sotto l’egida dell’allora arcivescovo di Vienna, che ne è ancora oggi il proprietario. Questa iniziativa non solo mirava a garantire un rifugio per i pellegrini, ma anche a creare un punto di riferimento culturale e sociale per la comunità austriaca e, più in generale, per i visitatori europei.

L’Ospizio rappresenta un’isola asburgica in un contesto intriso di storia e religione, e al suo interno si trova una caffetteria che è un vero e proprio simbolo di questa eredità: il Cafè Triest. Questo locale, situato al piano terra dell’Ospizio, è una Wiener Kaffeehaus che porta con sé il nome di Trieste, un tempo importante porto dell’Impero Austro-Ungarico. Il Cafè Triest non è solo un luogo di ristoro, ma un microcosmo che riflette la cultura e la tradizione austriaca in una delle città più religiose del mondo.

L’esperienza al Cafè Triest

Giuseppe Colasanto, un funzionario di un’agenzia dell’Unione Europea attualmente dislocato in Giordania e Libano, ha avuto l’opportunità di visitare il Cafè Triest durante una recente missione di lavoro. “Un mio collega austriaco mi ha suggerito di visitare l’Österreichische Hospiz zur Heiligen Familie, l’Ospizio austriaco della Sacra Famiglia”, racconta Colasanto. “Sul tetto dell’edificio sventolano le bandiere austriaca e vaticana, un chiaro segno dell’identità culturale di questo luogo”.

Entrando nel Cafè Triest, si viene immediatamente avvolti da un’atmosfera nostalgica e raffinata. “Le luci ambrate, i tavolini con il ripiano in marmo e le sedie in legno creano un ambiente intimo”, prosegue Colasanto. “Alle pareti sono appese immagini di Francesco Giuseppe e della giovane Principessa Sissi, mentre accanto alla macchina per il caffè troneggia un crocifisso seicentesco. È evidente che ci troviamo in un microcosmo asburgico in Medio Oriente”. La musica classica, che funge da sottofondo, accompagna i clienti che, comodamente seduti su sofà imbottiti di trapunte rosso scuro, sfogliano giornali e riviste in tedesco.

Un rifugio culinario in un contesto complesso

La strana contraddizione di trovarsi in un Cafè che evoca Trieste, mentre all’esterno si estende una Gerusalemme caratterizzata da tensioni e conflitti, è palpabile. La città, che ospita le sacre vestigia delle tre religioni monoteiste, è attualmente attraversata solo da uomini e mezzi dell’esercito israeliano, e la presenza di turisti è ridotta al minimo. In questo contesto, il Cafè Triest si distingue non solo per la sua offerta culinaria, che include piatti tipici austriaci come il Wiener Schnitzel e la Sacher Torte, ma anche per la sua capacità di mantenere viva la tradizione culturale asburgica.

Colasanto descrive anche un episodio divertente: “Accanto a me, una signora con cappellino ordinava un Wiener Schnitzel e patate con un boccale di birra, e per concludere una fetta di Sacher Torte”. La curiosità del funzionario emerge quando, al bancone, chiede se hanno dello strudel di mele. “La ragazza bionda mi risponde con accento tedesco di sì, sembrando meravigliata che io avessi potuto mettere in dubbio una tale certezza!”, racconta con un sorriso. Questo scambio evidenzia non solo il calore dell’accoglienza austriaca, ma anche il legame inossidabile con le tradizioni culinarie che caratterizzano la cultura viennese.

Un patrimonio storico da preservare

Un aspetto da non trascurare è la storicità dell’Ospizio, che ha accolto personaggi illustri nel corso degli anni. Nel novembre del 1869, l’imperatore Francesco Giuseppe stesso fu ospite dell’Ospizio durante il suo viaggio per celebrare l’apertura del Canale di Suez, segnando un momento storico significativo. Fu il primo monarca europeo a visitare la Terra Santa dalla fine delle Crociate, un gesto che sottolineava l’importanza strategica e culturale di Gerusalemme per l’Europa dell’epoca.

Oggi, il Cafè Triest continua a rappresentare una finestra su un passato affascinante, un luogo dove le memorie storiche si intrecciano con la vita quotidiana dei residenti e dei visitatori. La sua esistenza è una testimonianza della resilienza delle tradizioni europee in un contesto sempre più globale e complesso. Nonostante le sfide moderne, il Cafè Triest rimane un punto di riferimento per chi cerca un assaggio della cultura austriaca in un angolo del mondo intriso di storia e spiritualità.

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