Possiamo ricordare Bud Spencer come un personaggio sempre sorridente e gioviale, ma la verità era diversa: fu ricoverato due volte.
Era alto 1,92 metri e, mentre era all’apice della sua forma fisica, pesava 120 chili. Da giovane Mario Pedersoli era un campione di nuoto dal sorriso contagioso e dalla grande personalità, personalità che lo trasformò successivamente, a gare finite, in uno dei personaggi più amati del cinema anni Ottanta.
Il figlio Giuseppe, detto Peppotto, ricorda però che dal momento in cui non potette più gareggiare il padre si lasciò completamente andare e decise che si sarebbe goduto la vita e soprattutto il buon cibo di cui era un vero appassionato.
Proprio il rapporto con il cibo, che da un certo punto in poi avrebbe potuto mettere in pericolo la sua vita, lo costrinse a un duplice ricovero che però non ebbe nulla di tragico. Al contrario, la storia che ha raccontato Giuseppe Pedersoli ricordando le imprese del padre, avrebbe potuto essere un ottimo soggetto per uno dei suoi film.
Bud Spencer ricoverato due volte: i motivi
Il “problema” di fondo, nel rapporto tra Bud Spencer e la buona cucina, era che le analisi dell’attore continuavano a mostrare valori assolutamente perfetti, quindi per la maggior parte della sua vita Bud Spencer si mantenne in ottima salutE, nonostante i molti chili di troppo che appesantivano il suo fisico una volta atletico.
Potendo contare a tutti gli effetti su una salute di ferro, l’attore era restio a qualsiasi dieta. Del resto pare che, quando si trovava sul set, sarebbe stato in grado di mangiare anche due chili di pasta amorevolmente preparati dalla sua sarta personale.
Anche se il suo fisico si manteneva forte e ancora atletico nonostante l’avanzare dell’età, da un certo punto in poi fu chiaro che Bud Spencer avrebbe dovuto dimagrire. Per farlo sotto il controllo dei medici l’attore si convinse a ricoverarsi in una famosa clinica svizzera, la clinica Messeguè, specializzata nella perdita di peso.
“Gli presentarono un vassoio con due pere cotte. Al che saltò dalla finestra del primo piano e scappò in rosticceria”. Dopo la sua fuga rocambolesca, l’attore non ne volle più sapere e decise di non fare ritorno in clinica. Ci avrebbe riprovato in seguito, e la clinica decise di prendere delle precauzioni.
“La seconda volta gli fecero pagare dieci giorni in anticipo” ha raccontato sempre il figlio Giuseppe, che però ha aggiunto: “Resistette due”.
