Forse non lo sai, ma ci sono dei casi in cui l’avvocato non deve essere pagato. Ecco di quali si tratta nel dettaglio.
Ci sono momenti della vita in cui ci ritroviamo in difficoltà e, per poter superare la sfida, abbiamo bisogno di rivolgerci a un legale.
L’avvocato è quella figura che, per eccellenza, rappresenta la legge e la conosce più di chiunque altro. Per potersi abilitare a questa professione, infatti, è necessario un percorso abbastanza lungo e impegnativo. A fianco all’iter che porta alla laurea, ricco di esami e preparazione specifica, è previsto una prova che porta proprio a qualificarsi per il lavoro in questione. Insomma, anni di preparazione e duro sacrificio, che culminano nella realizzazione del sogno di poter difendere i propri clienti al meglio.
Motivo per cui, anche una semplice consulenza da un legale può arrivare a costare tantissimo. Come semplici cittadini, tuttavia, non siamo spesso a conoscenza di quelle che sono le casistiche in cui è possibile non pagarlo. Effettivamente, in molti casi, ci ritroviamo ad averne bisogno e non siamo adeguatamente informati su come debba andare il rapporto professionale tra noi e il nostro difensore.
Avvocato: in questi casi non devi pagarlo
Sicuramente può essere davvero utile conoscere quali siano i nostri diritti in quanto cittadini, poiché, quando assumiamo un legale, ci sono delle casistiche in cui possiamo non pagarlo.
In primo luogo, quando l’avvocato non fornisce un preventivo scritto al proprio cliente, allora quest’ultimo dovrà comunque pagarlo, ma non secondo gli importi da lui richiesti. Per il saldo, infatti, verranno utilizzate le tariffe professionali fissate dal DM 140/2012. Una casistica in cui, invece, l’avvocato perde il diritto a essere pagato è quella in cui questi non informi con dovuta chiarezza il suo assistito in merito ai rischi che si configurano nell’intraprendere un’azione legale.
In questo caso, si parla di colpa professionale del legale, dovuta a una mancata informazione fornita al cliente, in merito ai rischi relativi a un’azione giudiziale. Allo stesso modo, l’avvocato che intraprende una causa senza una procura firmata dal cliente, perde il diritto al compenso.
Nel momento in cui il legale sia in malafede e abbia agito allo scopo di creare un danno al proprio cliente, questi perde il diritto al compenso ed è anche tenuto a risarcire l’assistito. Infine, quando si ha prova di una grave negligenza e imperizia da parte del proprio avvocato, questi non potrà ricevere il pagamento e dovrà ripagare il proprio assistito.