Sono state rinvenute tracce di antibiotici e contaminanti in alcuni prodotti alimentari. Ecco quali sono quelli più colpiti.
Non sono passati inosservati i risultati resi noti dal Ministero della Salute attraverso la relazione annuale sul Piano Nazionale Residui. Ecco cosa è emerso.
Svolgere regolarmente attività fisica e seguire un’alimentazione sana e variegata sono fondamentali per restare in forma e in salute. Grazie a quest’ultima, infatti, possiamo attingere alle sostanze energetiche e nutritive di cui abbiamo bisogno.
Proprio considerando la sua importanza, pertanto, è facile intuire come, prima di acquistare dei prodotti, sia centrale prestare attenzione alle relative caratteristiche. Purtroppo, a differenza di quanto si possa pensare, non tutti gli alimenti disponibili sugli scaffali dei supermercati sono di qualità. Anzi, il pericolo di imbattersi in elementi contaminati potrebbe essere dietro l’angolo.
Il Ministero della Salute lancia l’allarme: trovati antibiotici e contaminanti in questi prodotti alimentari
È quanto si evince dal Piano Nazionale Residui, un programma di controllo che, fino all’anno 2022, è stato attuato nel nostro Paese per ricercare la presenza di eventuali residui di sostanze farmacologicamente attive e di contaminanti nei prodotti di origine animale. Ebbene, come si evince dalla relazione pubblicata dal Ministero della Salute, sono stati prelevati 30.237 campioni, per un totale di 473.146 analisi.
Entrando nei dettagli: “Nel 2022 i campioni che, nell’ambito del Piano mirato, hanno fornito risultati irregolari per la presenza di residui sono stati complessivamente 19, tutti di provenienza italiana, pari allo 0.07 % del totale dei campioni prelevati, su cui sono state riscontrate 20 sostanze responsabili delle non conformità”. A partire dai bovini, fino ad arrivare ai suini, passando per volatili, conigli e selvaggina, praticamente sono state effettuate delle analisi sui residui di quasi tutti gli animali.
Nel mirino delle analisi anche i pesci di acquacoltura e i vari prodotti derivati, quali ad esempio latte, miele e uova. L’andamento sembra seguire la tendenza degli ultimi anni. Le percentuali di irregolarità, tuttavia, sembrano fortunatamente pendere verso il basso. In particolare, soffermandosi sui 19 campioni irregolari, per sei di essi è stata rilevata la presenza di coloranti.
Ma non solo, sei non conformità riguardano la presenza di antibiotici, così come sono state riscontrate tre irregolarità inerenti la presenza di elementi cortisonici. Ma non solo, i ricercatori hanno rilevato tre casi di aflatossine e uno di estrogeni. Per quanto concerne i settori produttivi, invece, troviamo al primo posto quello dell’acquacoltura con sette campioni non conformi. A seguire abbiamo sei irregolarità per quanto riguarda i bovini; tre per i suini, due di latte bovino e uno di volatili da cortile.