Alzheimer, scoperto un nuovo campanello d’allarme: arriva l’avvertimento degli esperti

La malattia di Alzheimer potrebbe comparire già in età giovanile. Ecco perché questo accade e quali sono i sintomi scoperti da non sottovalutare.

Una malattia, quella che porta il nome di Alzheimer, che può causare una gravissima demenza. Proprio per questo è necessario carpire in tempo quanti più sintomi che possano anticipare la problematica. Ogni anno, si stima che 7 persone su 10 ricevano – in presenza di quella che sembrerebbe essere demenza – diagnosi di tale patologia.

Alzheimer, scoperti nuovi sintomi preoccupanti
Alzheimer, scoperto un nuovo campanello d’allarme: arriva l’avvertimento degli esperti – arabonormannaunesco.it

Una malattia che diventa ancora più subdola quando a cadere in un improvviso oblio sono i giovani. Ci si dimentica dei propri bisogni e delle persone care e non si risponde a sé. Una vera e propria cura per questa patologia non c’è, perciò è necessario captarla il prima possibile, per arrestare – sino i confini concepibili – quanto più la sua avanzata.

Non solo un problema di memoria, l’Alzheimer può rovinare tutto: ecco i sintomi da non sottovalutare

Un recente studio condotto dagli scienziati della statunitense Università della California fa emergere che una stretta cerchia di pazienti che appartengono ad un sottotipo di Alzheimer possono evidenziare i segni della malattia già due anni prima del palese esordio di quelli che sono nella fattispecie i problemi di memoria. I risultati della ricerca sono stati resi pubblici sulla rivista scientifica The Lancet Neurology.

I sintomi di Alzheimer a cui fare attenzione
I sintomi a cui fare attenzione: potrebbero presentarsi già due anni prima della comparsa dell’Alzheimer – arabonormannaunesco.it

Ad essere messi al vaglio sono stati 1092 pazienti di ben 16 Stati diversi che hanno ricevuto diagnosi di atrofia corticale posteriore. La PCA è un sottotipo meno comune dell’Alzheimer che inizia a colpire la vista. Un abbassamento che si verificherebbe intorno all’età media registrata di 59 anni. Questo porterebbe ad una diagnosi anticipata di quella che è poi la patologia in sé.

Si inizierebbe con il non vedere più bene e successivamente a perdere piano piano la memoria e non solo. Infatti, questa malattia non è esclusivamente quella che toglie i ricordi, ma la parola, la capacità discorsiva, la possibilità di esprimersi con senso compiuto. La tecnologia, in combinazione con la ricerca, sta facendo, però, passi da gigante con risultati sempre più confortanti in materia di diagnosi precoce della patologia.

Come ad esempio, l’applicazione sviluppata dai ricercatori dell’Università americana di San Diego, coordinati dal professor Edward Wang. Questi hanno sviluppato un’app per smartphone con lo scopo di definire o meno la diagnosi di Alzheimer. Il funzionamento è tutto dovuto della fotocamera a infrarossi e il riconoscimento delle facce. Un primo screening utilizzato per la diagnosi di Alzheimer.

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