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Allende: la scrittura come unica via per vivere pienamente

Isabel Allende, una delle figure più iconiche della letteratura mondiale, ha recentemente condiviso il suo profondo legame con la scrittura durante un evento a Madrid, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, “Il mio nome è Emilia del Valle”. A 82 anni, la scrittrice cilena continua a irradiare una vitalità straordinaria, rivelando come la sua passione per la narrativa e il realismo magico rappresentino il fulcro della sua esistenza. “Il meglio del mio lavoro è restare in casa a scrivere. Non ho altro nella vita che la scrittura”, ha dichiarato, enfatizzando l’intimità del suo processo creativo e la connessione profonda con i suoi personaggi.

La scrittura come forma di vita

Nella sua narrazione, Allende vive attraverso i suoi protagonisti, un’esperienza descritta come “molto organica”. La scrittura è una forma di vita, un modo per affrontare le sue inquietudini politiche e personali. Attualmente residente negli Stati Uniti da oltre trent’anni, la scrittrice ha affermato di voler continuare a vivere accanto ai suoi affetti più cari:

  1. Mio figlio
  2. Mia nuora
  3. I miei tre cani
  4. Il mio amore

Tuttavia, non ha esitato a esprimere la sua preoccupazione per la direzione che stanno prendendo gli Stati Uniti. “Se la situazione dovesse diventare del colore delle formiche”, ha avvertito, “andrò via, perché non voglio vivere in una dittatura”. Questa affermazione riflette il suo passato da esiliata, quando fu costretta a lasciare il Cile a causa del regime di Augusto Pinochet.

Impegno politico e giustizia sociale

Allende, nipote dell’ex presidente cileno Salvador Allende, ha criticato con passione le politiche migratorie dell’ex presidente Donald Trump, che considera disumane e ingiuste, trattando i latinoamericani come “criminali e stupratori”. La scrittrice si è poi soffermata su un tema che le sta particolarmente a cuore: la crescita del nazionalismo bianco cristiano, che ha definito “molto pericoloso e oltretutto assurdo”. Queste dichiarazioni non solo evidenziano il suo impegno politico, ma anche il suo desiderio di giustizia e uguaglianza, temi che permeano gran parte della sua opera.

Il nuovo romanzo di Allende continua la saga della sua famiglia materna, un viaggio iniziato con il suo debutto letterario “La casa degli spiriti”, seguito da “La figlia della fortuna” e “Ritratto color seppia”. La protagonista di questa nuova avventura è Emilia, una giovane nata a San Francisco da una monaca irlandese e un aristocratico cileno, che la ignora completamente. A soli 17 anni, Emilia si fa strada nel mondo della letteratura vendendo romanzi d’avventura sotto lo pseudonimo di Brandon J. Price, ma ben presto decide di dedicarsi al giornalismo. Viene quindi inviata come corrispondente durante la guerra civile cilena del 1891.

Riflessioni sulla storia e il potere della scrittura

Allende ha spiegato che il ritorno a quel periodo storico è stato ispirato dai “parallelismi e le somiglianze” con il colpo di stato del 1973. “In entrambi i casi, i presidenti, Balmaceda e Salvador Allende, hanno affrontato una brutale opposizione e una sollevazione delle forze armate”, ha dichiarato, sottolineando che entrambi hanno scelto il suicidio piuttosto che l’esilio, considerandoli “due eroi”. Queste riflessioni sulla storia e la memoria si intrecciano con i temi dell’amore e dell’esilio, elementi centrali nella sua narrativa.

La scrittrice ha rivelato che “La casa degli spiriti” è il romanzo che più di tutti ha “curato”, donandole una voce e trasformando completamente la sua vita. Anche “Paula”, scritto dopo la lunga malattia e la morte della figlia, occupa un posto speciale nel suo cuore. Riguardo alle giovani donne di oggi, Allende ha dichiarato di non sentirsi in grado di dare consigli, ma ha condiviso la sua esperienza, sottolineando quanto sia importante il sostegno reciproco tra donne. “Nessuno voleva leggere il mio primo manoscritto, ma Carmen Balcells mi ha dato un’opportunità di essere scrittrice”, ha raccontato, enfatizzando l’importanza delle connessioni.

In un mondo in cui le donne spesso si sentono vulnerabili, Allende afferma con forza che “assieme siamo invincibili”. Ha esortato le giovani donne a rimanere unite, a restare informate e a sostenersi a vicenda. E quando alcune ragazze le dicono di non volere essere femministe perché non è “sexy”, Allende risponde: “Chiamalo come vuoi. L’obiettivo è sradicare il patriarcato, e questo non si fa dall’oggi al domani”. Le sue parole risuonano forti e chiare, testimoniando l’impegno di una vita dedicata alla scrittura e alla lotta per i diritti delle donne e della giustizia sociale.

In un’epoca in cui la letteratura e l’impegno politico sembrano intrecciarsi più che mai, Isabel Allende rimane una voce potente e ispiratrice, capace di offrire riflessioni profonde e un invito all’azione attraverso le sue opere e la sua vita.

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