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Adi, Naspi e invalidità civile arriva la stangata: l’INPS chiede indietro i soldi

L’INPS sta inviando tantissime comunicazione e tanti percettori dell’Adi, della Naspi e dell’invalidità civile rischiano.

L’estate 2025 si apre con una nuova ondata di controlli da parte dell’INPS, che si prepara a inviare numerose richieste di rimborso a percettori di diverse prestazioni sociali.

Tra i benefici sotto osservazione spiccano l’Adi (Assistenza domiciliare integrata), la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), il bonus nido e le indennità di invalidità civile. Questi interventi di verifica puntano a smascherare eventuali indebiti percepimenti, con un’attenzione particolare alle dichiarazioni ISEE, spesso al centro di irregolarità.

L’INPS intensifica i controlli su prestazioni e bonus sociali

Agosto sarà un mese decisivo per molti beneficiari, chiamati a giustificare la legittimità dei sussidi ricevuti. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sta avviando una campagna di verifica senza precedenti, ispirata dalla necessità di contrastare le frodi che ancora affliggono il sistema di welfare italiano. Non si tratta solo di casi isolati: in alcune realtà, come ad esempio nel piccolo comune di Altavilla Silentina, decine di famiglie hanno ricevuto la richiesta di restituzione di somme percepite, a volte a causa di errori amministrativi degli stessi enti locali. L’attenzione dell’INPS si concentra in particolare sugli ISEE ordinari e correnti, strumenti fondamentali per calcolare la spettanza delle prestazioni sociali ma anche soggetti a manipolazioni.

L’istituto ha rafforzato i meccanismi di controllo per verificare la veridicità delle autocertificazioni, anche attraverso un protocollo siglato con la Corte dei Conti, che prevede l’utilizzo di tecnologie avanzate per un incrocio dati più efficace e puntuale. Non saranno tutti i percettori a finire sotto la lente, ma solo quelli che usufruiscono di determinate prestazioni, selezionate in base ai rischi di irregolarità più elevati. Tra queste spiccano l’Adi, l’Assegno di inclusione (SFL), la Naspi, il bonus nido, e le indennità di invalidità civile, oltre ad altri contributi minori destinati a sostenere le famiglie in difficoltà.

Nel solo 2024, le frodi accertate dall’INPS hanno superato i 60 milioni di euro, con un’incidenza significativa di modifiche artifiziose degli ISEE e dichiarazioni mendaci. Questa realtà ha spinto l’ente a varare un piano di controlli più stringente, che non si limita alle verifiche tradizionali ma si avvale di informazioni incrociate provenienti da diverse banche dati, compresi certificati sanitari e dati anagrafici. Tra gli elementi che saranno oggetto di scrutinio vi sono certificazioni di disabilità obsolete o non aggiornate, residenze fittizie dichiarate solo per ottenere un beneficio, e composizioni familiari alterate.

Documenti
Adi, Naspi e invalidità: chi dovrà restituire gli assegni – Arabonormannaunesco.it

Questi controlli non riguardano solo chi ha agito in malafede: anche chi ha commesso errori involontari nella compilazione dell’ISEE può essere chiamato a fornire chiarimenti e, nei casi più gravi, a restituire le somme indebitamente percepite. La collaborazione con la Guardia di Finanza è fondamentale per individuare redditi nascosti, omissioni dolose o variazioni non comunicate, che possono portare non solo alla richiesta di rimborso ma anche all’applicazione di sanzioni amministrative e, in casi estremi, a denunce per frode.

Chi ha rispettato rigorosamente i requisiti e compilato la documentazione in modo corretto può stare relativamente tranquillo, ma per tutti gli altri la prospettiva è quella di dover restituire importi anche consistenti, con conseguenze legali a seguito della nuova stretta. L’INPS, dunque, conferma la sua volontà di rafforzare la trasparenza e la correttezza nel sistema di welfare, adottando strumenti innovativi e collaborazioni istituzionali che mirano a preservare le risorse pubbliche e a garantire sostegni solo a chi ne ha realmente diritto.

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