100 lire rare. Il vecchio conio è andato in pensione da più di vent’anni ormai ma alcuni esemplari continuano a dare soddisfazioni a chi è stato tanto lungimirante da conservarli.
Con l’introduzione dell’euro nel 2002, come sappiamo, la lira italiana andò in pensione insieme a tutte le altre monete dei paesi che aderirono all’unione monetaria dell’UE.
Furono moltissime le persone a conservare banconote o esemplari vari del vecchio conio per mantenere un ricordo da tramandare alle future generazioni o nella speranza che, chissà un giorno, questi soldi potessero acquisire un valore ben più alto di quello nominale.
In effetti, per alcune unità questo è proprio ciò che è avvenuto. Chi all’epoca fu tanto lungimirante da tenere per se qualche moneta, oggi potrebbe avere un bel gruzzoletto. È il caso di una particolare linea di 100 Lire. Le prime 100 lire furono stampate nel 1955, circa dieci anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La Nazione era in piena fase di ricostruzione dopo la tragica vicenda bellica e proprio quella moneta da 100 lire assunse un valore significativo, rappresentando un simbolo di rinascita.
100 lire rare denominate “secondo tipo” o 100 lire piccole: il loro valore è cresciuto nel tempo
Il design delle 100 lire italiane ha subito diverse modifiche nel corso del tempo. Spesso, infatti, servivano per commemorare eventi storici o personaggi illustri. Alcune, ad esempio, riportavano il volto di Leonardo da Vinci, Galileo Galilei e Guglielmo Marconi. Altre versioni ancora avevano incise le immagini di monumenti famosi.
Tuttavia, è la raffigurazione di Minerva quella più iconica legata alle 100 lire. Sul dritto riporta una testa di Italia laureata, circondata dalla legenda REPVBBLICA ITALIANA. In basso le firme degli autori, Romagnoli e Giampaoli. Sul rovescio, invece, vi è un’incisione della dea Minerva e l’indicazione del valore della moneta stessa. Questa moneta è stata prodotta in acmonital (acciaio monetario italiano) e ha un diametro di 27,8 millimetri per un peso di 8 grammi.
Nel 1990, però, fu messa in circolazione una moneta da 100 lire denominata Minerva secondo tipo o 100 lire piccole. La misura era nettamente più piccola, si tratta di 18,3 millimetri di diametro per un peso di 3,3 grammi. Per il resto erano identiche alla “sorelle” più grandi. L’idea era quello di dimezzare il contenuto di metallo e creare una moneta con lo stesso valore. Anche i costi produttivi sarebbero stati limitati. Tuttavia, non ebbero lunga vita. Le piccolissime dimensioni le rendevano molto scomode (al pari delle attuali monete da 1 o 2 centesimi di euro).
Ma quanto valgono oggi le 100 lire secondo tipo? A seconda dello stato di conservazione tra i 20 e i 50 euro. Un Fior di Conio può arrivare anche a 500 euro.